“Non esiste vento favorevole per chi non sa dove sta andando”, scriveva Seneca. Questa riflessione è profondamente legata alla psicologia: quando una persona non ha una direzione chiara nella vita, può sentirsi bloccata, ansiosa e insoddisfatta. Senza un obiettivo definito, il rischio è di navigare a vista, lasciandosi trasportare dagli eventi senza un vero senso di controllo.
In terapia, molte persone esprimono un senso di smarrimento. Alcuni sentono di non avere uno scopo, altri rimandano decisioni importanti, altri ancora si sentono intrappolati in situazioni che non li soddisfano. Spesso questo stato di incertezza è accompagnato da ansia, depressione e difficoltà relazionali.
Il significato e il benessere psicologico – Secondo Martin Seligman, il senso di scopo è uno degli elementi chiave del benessere psicologico. Chi ha chiari i propri valori e obiettivi è più resiliente di fronte alle difficoltà. Al contrario, l’assenza di una direzione chiara può portare al rimuginio, ovvero il continuo ripetersi di pensieri negativi e inconcludenti, come descritto da Gabriele Caselli.
Un esempio tipico è quello di una persona che cambia continuamente lavoro senza mai sentirsi realizzata. Ogni nuova esperienza sembra promettente all’inizio, ma dopo poco tempo emergono dubbi e insoddisfazione. Questo accade perché non c’è una vera esplorazione interiore dei propri bisogni e valori. La terapia può aiutare a fare chiarezza su questi aspetti, interrompendo il ciclo del rimuginio e favorendo scelte più consapevoli.
Neuroscienza e blocco decisionale – Dal punto di vista neuropsicologico, la capacità di prendere decisioni dipende dal funzionamento della corteccia prefrontale, che regola la pianificazione e la capacità di stabilire priorità (Joseph LeDoux). Quando una persona non ha una direzione chiara, il cervello fatica a selezionare le informazioni rilevanti, portando a procrastinazione e indecisione.
Antonio Vita ha studiato il fenomeno dell’inerzia cognitiva, ovvero la difficoltà a modificare schemi di pensiero disfunzionali. Ad esempio, una persona può restare in una relazione tossica semplicemente perché non sa immaginare un’alternativa. La terapia può intervenire aiutando il paziente a sviluppare nuove prospettive e a prendere decisioni più consapevoli.
Strumenti psicoterapeutici per ritrovare la direzione
Esistono diverse strategie per superare l’incertezza e trovare una direzione chiara:
- Mindfulness e auto-riflessione: Secondo Christopher Germer, la mindfulness aiuta a riconoscere i propri bisogni e desideri senza farsi sopraffare dall’ansia. Un esempio è quello di una persona che, praticando la consapevolezza, si rende conto che le sue scelte sono spesso guidate dalla paura piuttosto che da un desiderio autentico.
- Elaborazione dei traumi: Francine Shapiro, con il metodo EMDR, ha dimostrato che i traumi passati possono bloccare la capacità di prendere decisioni. Ad esempio, una persona che ha vissuto un fallimento scolastico può evitare nuove sfide professionali per paura di rivivere lo stesso dolore. La terapia aiuta a rielaborare questi eventi e a liberarsi dalle paure paralizzanti.
- Chiarezza nelle relazioni: Aaron Beck sottolinea l’importanza di riconoscere i propri bisogni affettivi. Spesso, chi ha vissuto esperienze di abbandono finisce per scegliere inconsciamente partner emotivamente distanti, ripetendo uno schema doloroso. La terapia aiuta a prendere consapevolezza di questi meccanismi e a costruire relazioni più sane.
Il ruolo del terapeuta – Il terapeuta non fornisce risposte pronte, ma aiuta il paziente a esplorare il proprio mondo interiore, riconoscere i propri desideri e affrontare le paure che bloccano il cambiamento. Attraverso il dialogo, la riflessione e strumenti terapeutici specifici, il paziente può gradualmente chiarire la propria direzione e trovare il coraggio di perseguirla.