Viviamo in tempi turbolenti in cui il cambiamento organizzativo è diventato una costante. Se fino a circa trent’anni fa potevamo andare in pensione dal primo e unico posto di lavoro della nostra vita in tutta tranquillità, oggi questa prevedibilità è scomparsa. Non siamo più sicuri di niente e di nessuno. Questa incertezza non poteva non colpirci individualmente, come coppia o come famiglia. Le persone sono più colpite quando resistono al cambiamento, consapevolmente o meno. L’avvento della robotica, la rivoluzione digitale e l’informatica hanno fatto scomparire una serie di mestieri e occupazioni che fino a ieri andavano bene.
Ok, allora cosa deve fare un cinquantenne senza lavoro? Riqualificare? Certo, è quello che lui capisce. Il problema è che potrebbe non essere più in grado di farlo. E se quest’uomo è anche sposato e ha una famiglia, il danno si estende già a loro. Inoltre, dipende da ogni coppia o famiglia come gestire questi cambiamenti, tenendo ovviamente conto di una serie di fattori individuali ma anche più generali, come quelli sociali, culturali, politici o economici.
Il lavoro e la vita privata sono forse i due grandi ambienti della nostra vita. Ultimamente stiamo assistendo a una vera e propria valanga di studi e ricerche che si concentrano su queste due grandi aree. Gli specialisti in molti campi delle scienze socio-umane stanno scoprendo nuove e inedite relazioni che nascono dall’interazione di questi due grandi settori. La maggior parte di questa ricerca concorda sul fatto che esiste un conflitto tra questi domini, un conflitto che finisce per influenzare sia la vita familiare e di coppia, sia quella professionale. Anche nel contesto di questi studi, il genere dell’individuo è irrilevante, sia le donne che gli uomini sono ugualmente colpiti da questo conflitto, con una diminuzione della loro soddisfazione coniugale o professionale. In particolare, un basso livello di conflitto tra lavoro e relazione coniugale porta a un alto livello di soddisfazione lavorativa. La letteratura è completamente d’accordo su questa correlazione negativa. Un gran numero di specialisti in questo campo coglie l’idea che se il partner romantico ha un’occupazione, un lavoro che gli piace, anche se dedica meno tempo alla relazione, trova modi più rapidi e migliori di affrontare la situazione che lo aiutano ad avere una vita matrimoniale soddisfacente. In questo senso, gli individui sono in grado di organizzare il loro tempo di lavoro e di coppia in modo tale da non danneggiare la coppia, pur mantenendo un alto grado di soddisfazione lavorativa.