Un aspetto comune dell’infanzia e dell’adolescenza è la ricerca di approvazione, di sicurezza: abbiamo la necessità di sentire l’amore dei genitori, l’apprezzamento dei compagni e coetanei e ciò ci fa sentire importanti. Tuttavia, crescendo si iniziano a riconoscere gli errori degli altri e a restarne delusi, spesso anche di quei familiari di cui ci fidavamo. Ecco, dunque che si manifesta la necessità di “amare noi stessi”.

Nessuno merita il proprio amore più di sé stesso; è così che si costruisce l’autostima, la forza e la determinazione.  Amare sé stessi significa accettare quello che siamo; con i nostri errori e i nostri successi e insuccessi. Amare sé stessi non è semplice ma è necessario per ottenere un riconoscimento sociale. Tuttavia, con il tempo ci si accorge anche che ottenere il riconoscimento e l’ammirazione sociale, in realtà, non è ciò che ci rende felici anzi, genera piuttosto un’insoddisfazione che spesso non si è in grado di superare proprio perché lasciamo che il nostro mondo ruoti in funzione degli altri: cerchiamo sempre di sentirci apprezzati all’esterno quando, invece, dobbiamo essere noi stessi ad apprezzare e rispettare la nostra stessa persona: chi non rispetta sé stesso apre la porta alla manipolazione degli altri.

Essere consapevoli di chi siamo e quanto valiamo, è il primo passo per andare incontro alla vita che desideriamo. È quindi necessario staccarsi dalle opinioni che sino a quel momento ci hanno condizionato e maturare una propria autostima, liberarsi di certe etichette che ci sono state attribuite e iniziare ad agire con la piena consapevolezza del proprio valore e del proprio essere interiore.

Le persone che non si apprezzano, aspettano che lo facciano gli altri, creando situazioni di carenza affettiva ed emotiva da cui possono derivare forti crisi esistenziali. La vita vera si inizia nel momento in cui si diventa pilastri di noi stessi. Nel momento in cui ci convinciamo di meritare il meglio, saremo capaci di andare avanti con più sicurezza.