Questo articolo esplora come l’infanzia influenzi le nostre scelte d’amore da adulti. Tramite le osservazioni di Hendrix, discuteremo come queste influenze del passato possano guidare le nostre decisioni affettive e come una maggiore consapevolezza possa condurre a relazioni più sane e gratificanti.

 

Riflessioni psicologiche sulle scelte affettive: come l’impronta dell’infanzia si riflette nelle nostre relazioni e come possiamo rivoluzionare il nostro percorso amoroso

L’infanzia gioca una parte invisibile, ma potentissima, nel formare il nostro futuro e questo è particolarmente vero quando si tratta d’amore. Una brillante interpretazione di questo concetto viene offerta da Hendrix (2008), che ci guida attraverso i misteri dell’attrazione umana.

Una delle sue suggestioni più sorprendenti è che, spesso, scegliamo come partner persone che ci ricordano i nostri genitori o coloro che si sono presi cura di noi da bambini. Non stiamo parlando di una somiglianza fisica o di un gusto per gli stessi cibi, ma di una risonanza emotiva più profonda. Le interazioni con i nostri genitori durante l’infanzia imprimono in noi modelli di comportamento e aspettative sulle relazioni che tendiamo a ripetere in età adulta, anche quando non ce ne rendiamo conto. Questo ci permette, consciamente o meno, di rivivere e magari risolvere antichi conflitti e traumi.

Ma c’è un altro elemento che secondo Hendrix entra in gioco nella scelta del partner: tendiamo a cercare in lui quei tratti positivi che abbiamo dovuto sopprimere o che ci sono stati “rubati” durante la socializzazione infantile. In un mondo che ci impone standard rigidi di comportamento e di successo, può capitare che parti della nostra personalità vengano lasciate indietro. Così, ci ritroviamo ad attrarre (e ad essere attratti da) persone che incarnano quei pezzi di noi stessi che sentiamo di aver perduto.

Questa visione potrebbe sembrare sconcertante. Stiamo forse cercando nel partner una figura parentale o un pezzo mancante di noi stessi? Ma se guardiamo più a fondo, c’è un lato estremamente positivo in tutto questo. Se comprendiamo le forze nascoste che guidano le nostre scelte amorose, possiamo prendere il controllo di queste dinamiche e orientarle verso relazioni più sane e gratificanti.

Per farlo, è necessario un percorso di autoconsapevolezza e, a volte, l’aiuto di uno psicologo. Dobbiamo essere disposti a guardare dentro di noi, a riconoscere i segni del nostro passato emotivo e a lavorare su di essi. Questo processo può essere impegnativo, ma anche estremamente liberatorio.

Concludendo, le teorie di Hendrix non solo ci offrono una nuova prospettiva sulle dinamiche dell’attrazione, ma ci regalano anche uno strumento potente per migliorare le nostre relazioni e, in ultima analisi, la nostra felicità. Comprendere come l’infanzia influenzi le nostre scelte d’amore può essere la chiave per liberarci da schemi disfunzionali e per costruire legami autentici, gratificanti e arricchenti.