Il termine coppia, nel Dizionario dei Neologismi, è definito come “l’unione di due persone basata su un legame costante o dovuta ad una vicinanza accidentale”. Naturalmente, l’approccio alla definizione di coppia è monumentale, mi limiterò a spiegare che una coppia è costituita da due individui che scelgono liberamente di vivere insieme. Ecco anche alcune caratteristiche di una coppia:
- L’esistenza di sentimenti di affetto tra i due membri della coppia: amore, attaccamento, disponibilità di tempo, sostegno emotivo, etc;
- Un’attrazione fisica e sessuale, reciproca;
- Valori ed obiettivi condivisi;
- Tempo trascorso insieme;
Da un punto di vista psicologico, il processo di innamoramento non è altro che un’ossessione, ma non una qualsiasi, bensì una romantica. L’innamoramento comporta un insieme di atteggiamenti, manifestazioni ed esperienze tra le più varie e complesse. Si può dire che ogni individuo esprime il sentimento dell’amore in modo molto personale. Alcuni di noi possono sentire le “farfalle nello stomaco”, altri riferiscono di tremori o vampate improvvise, vampate di calore o sensazioni di freddo. Quello che è certo, la maggior parte di noi viene sopraffatta da un’eccitazione sospetta, accompagnata da scarsa concentrazione, capacità motorie innaturali ed inusuali, ma a volte vi possono essere anche insonnia, inappetenza, un esagerato buon umore generale, comportamenti pro sociali distorti, accompagnati da un livello di tolleranza superiore al previsto. L’innamoramento di solito avviene per la prima volta nell’adolescenza. Un individuo maturo può presentare tutti questi “sintomi”, ma non necessariamente. Quindi questa ossessione romantica, può facilmente trasformarsi in un’esperienza euforica. Il mondo gira semplicemente intorno alla persona di cui ci innamoriamo: ci addormentiamo con lei nei nostri pensieri, ci svegliamo con lei nei nostri pensieri. Vogliamo stare sempre con la persona che amiamo, non ne abbiamo mai abbastanza di abbracci e/o baci. Non esiste nient’altro al mondo se non la persona che amiamo. Nemmeno a scuola, all’università o al lavoro. Per l’osservatore non coinvolto, la persona innamorata mostra chiaramente cambiamenti nella personalità, nella percezione, nell’adattamento al mondo ed alla vita. Secondo John Gray, poche persone sono in grado di sviluppare l’amore. Egli afferma che “quando uomini e donne sono in grado di rispettare ed accettare le reciproche differenze, l’amore può fiorire”.
La gelosia, nel Dizionario Larousse di Psicologia, è definita come “uno stato emotivo caratterizzato dalla paura di essere privati di qualcosa a cui si tiene molto (potere, amore per una persona)”. In maniera più compressiva, chiamiamo gelosia il sentimento di paura che la persona amata non preferisca qualcun altro. Il Dizionario di Psicologia di Parot e Doron definisce poi la gelosia come segue: “il sentimento di gelosia può significare una richiesta di un possesso eccessivo e deriva da un conflitto con la realtà: solo un oggetto immaginario può soddisfarlo. Per questo motivo Sigmund Freud, per spiegare la gelosia morbosa, si appella all’intervento della repressione delle fantasie: il soggetto proietta sul partner i propri desideri di infedeltà e nasconde il proprio interesse omosessuale per il rivale. Gli psicoanalisti hanno studiato la rivalità tra fratelli: secondo Jaques Lacan, il soggetto investe l’immagine dell’altro con una passione narcisistica”. Inoltre, il Grand Dictionnaire de la Psychologie – Larousse, spiega la gelosia come segue: “sentimento causato dalla paura di essere ingannati dalla persona amata e talvolta dalla convinzione che la persona amata preferisca già un’altra persona”. L’autore spiega come dalla semplice gelosia immotivata, vi sia una preoccupazione ansiosa, deliri di gelosia, una vera e propria psicosi passionale, dove la si può incontrare a tutti i livelli. “Gli studi a lungo termine sulla gelosia morbosa, mostrano che quasi un terzo presenta disturbi psicotici (deliri paranoici o schizofrenici), la metà disturbi nevrotici e di personalità ed il resto disturbi organici (in particolare conseguenze traumatiche o alcolismo). L’alcol può avere un ruolo determinante nell’incoraggiare atti aggressivi e persino criminali contro una persona cara o un presunto rivale”.
Iolanda e Nicolae Mitrofan, nel 1994, descrivono sei tipi di gelosia:
1.La gelosia-invidia, che è strettamente legata al livello di autostima. Questo tipo di gelosia nasce quando uno dei due partner si sente migliore e questa superiorità minaccia la relazione stessa;
2.La gelosia possessiva è legata a un senso condiviso di proprietà, di possesso ed al mancato riconoscimento che, il partner sia una persona diversa da sé. Una persona del genere cerca di ottenere il potere sull’altro subordinandolo.
3.Gelosia-esclusione, si riferisce al fatto che uno dei partner sceglie di trascorrere il proprio tempo al di fuori della coppia;
4.Gelosia-competizione, si riferisce all’insicurezza mostrata dal partner che osserva i successi e le conquiste dell’altro.
5.La gelosia egocentrica è legata ai ruoli che i due ricoprono nella coppia. Così, non permette all’altro di svilupparsi, pretendendo allo stesso tempo che quest’ultimo svolga il ruolo tradizionale, conosciuto dalla famiglia d’origine.
6.Gelosia – ansia e paura, si fa strada nella coppia quando la relazione è minacciata o meno. La paura del rifiuto è la preoccupazione principale.
La gelosia romantica consiste nell’esprimere la quantità minima possibile di gelosia, filtrata verbalmente e/o comportamentale, in modo tale da portare piuttosto coesione, rafforzando la coppia. Questo tipo di gelosia è quindi un gioco erotico, di finezza e sottigliezza, che dà colore e forza alla relazione. È sorprendente che la gelosia non sia affatto innata o ereditata geneticamente, ma acquisita socialmente. La gelosia può anche esprimere le differenze tra i due membri di una coppia, che non sono ben accettate ed assimilate. Allan Pease sottolinea che a partire dagli anni ’80, vi è stata una vera e propria esplosione di studi, sulle differenze tra uomini e donne e viceversa. Egli afferma che “le prove biologiche che abbiamo oggi, ci mostrano un nuovo quadro di come la pensiamo. È stato dimostrato che gli ormoni e le connessioni neurali del cervello sono responsabili delle nostre azioni, attitudini, preferenze e comportamenti”.