La Psicosomatica è la disciplina che studia le connessioni e le relazioni tra la psiche ed il soma, cioè tra gli elementi psicologici e quelli fisiologici che contribuiscono all’insorgenza e/o al mantenimento delle malattie.

La psicosomatica è una settore della psicologia medica volta a studiare ed analizzare i legami tra i processi somatici e le risposte psichiche ed emozionali, concentrando l’attenzione soprattutto sul modo in cui i conflitti intrapsichici influenzano proprio i sintomi fisici. Lo schema eziologico classico, che vedeva come causa di una malattia la lesione di un organo, viene a sostituirsi, assumendo questo punto di vista, con un nuovo schema contraddistinto dall’ipotesi che la causa dell’alterazione dell’organo e, necessariamente, della malattia stessa, sia uno stress perpetuato e originato dalla vita di tutti i giorni.

La psicosomatica mira ad evidenziare l’effettiva natura della relazione tra emozioni, consapevolezza e attività organica basandosi sulle conseguenze delle indagini cliniche, epidemiologiche e psicologiche sperimentali. L’etiologia psicologica di una patologia somatica è stata primariamente sottolineata ed indagata nella psicoanalisi e in un secondo tempo approfondita nella neurobiologia.

Nei primi anni ‘20 del Novecento è stato lo psicanalista Stekel, ad aver introdotto il termine “somatizzazione” (somatisieren) riferito alla “conversione degli stati emotivi in sintomi fisici”. Questa definizione considerava una grande e svariata categoria di disturbi somatici, inclusi quelli riconducibili al sistema nervoso volontario motorio e sensitivo, che fino a quel momento erano stati indicati con il termine di sintomi isterici e spiegati da Breuer e Freud attraverso il meccanismo della conversione. Freud, avendo analizzato che, a livello clinico, i disturbi somatici e le manifestazioni dissociative erano associate, suppose che l’isteria fosse determinata da emozioni intense ma represse di memorie inconsce di eventi passati.

L’isteria è stata ritenuta, per più di due millenni, una malattia inconsueta ed incoerente nella sintomatologia, i cui funzionamenti patogenetici erano incomprensibili. Il concetto di isteria nasce con l’antica medicina egizia e si credeva che i sintomi fossero determinati dallo spostamento dell’utero; dunque, la terapia presumeva di attirare “il ventre vagante” nella posizione primitiva.

Per malattie psicosomatiche, fino a qualche anno fa, si consideravano solo le patologie contraddistinte da modificazioni organiche determinate da fattori e processi patogenetici su base psicologica mentre oggi, vengono compresi anche i disturbi somatici con una componente organica limitata. Ciò nonostante, la medicina psicosomatica si occupa anche di individuare i fattori psicologici e psicopatologici che possono influenzare l’insorgenza, il mantenimento e la riacutizzazione di patologie croniche.

Per quanto riguarda il concetto di somatizzazione, sono state suggerite differenti definizioni, tra cui quella dove la sintomatologia somatoforme è intesa come la manifestazione di una malattia psicologica che si esplica mediante sintomi fisici, oppure è vista come l’incessante ricerca, e richiesta di aiuto per molteplici sintomi medici in assenza di un’effettiva malattia organica.

In ambito accademico la prima definizione riconosciuta è quella di Lipowski che considera la somatizzazione come una propensione a provare un distress psicologico a livello del corpo determinando una successiva conseguenza sul comportamento che viene definito “comportamento da malato”. Mechanic fu il primo a descrivere il comportamento da malato ma, in un secondo tempo, fu ripreso da Pilowsky che ha approfondito e lo ha definito con il termine di Abnormal Illness Behaviour (AIB) descrivendolo come un modo inappropriato di comportarsi in base alle credenze sul proprio stato di salute.

Il soggetto con AIB presenta un’assidua modalità disadattiva di percepire, distinguere, valutare e reagire al proprio stato di salute, considera i sintomi fisici come il segno di una grave patologia e prova specifiche sensazioni ritenute la prova evidente della malattia malgrado non ci sia nessuna conferma della diagnosi nemmeno a seguito dei continui accertamenti. Per alcuni autori possono far parte degli AIB anche i soggetti che presentano “disturbi funzionali” cioè i disturbi contraddistinti da sintomi cronici che si palesano in mancanza di irregolarità anatomiche, infezioni o danni ai tessuti.

Questo costrutto abbraccia due grandi tipologie di comportamento esageratamente indirizzati sulla salute fisica:

  • –  affermazione di malattia (illness affirming abnormal behavior)
  • –  negazione di malattia (illness denying abnormal behavior).

McHugh e Slavney, hanno categorizzato i disturbi di somatizzazione inserendoli in un cluster chiamato comportamento mal adattivo. Il più delle volte, i soggetti con notevoli livelli di somatizzazione dichiarano di notare un’importante compromissione della salute mentale e della funzionalità fisica tale da essere paragonabile alla disabilità di pazienti affetti da “reali” patologie croniche. L’ipotesi avanzata è che alla base del meccanismo di somatizzazione ci sia una particolare sensibilità allo stress, cioè una propensione psicologica ad avvertire un distress corporeo.

Studiando i soggetti affetti da ipocondria, è stata messa in evidenza, come risposta anomala allo stress, l’associazione positiva tra la somatizzazione e l’affettività negativa. Generalmente la somatizzazione, inoltre, risulta essere associata a differenti condizioni psichiatriche ed in modo particolare ai disturbi depressivi e di ansia.

La psicosomatica, secondo la concezione moderna è un evento caratterizzato da numerosi fattori associati alla predisposizione individuale, all’ambiente, alle situazioni di stress e di equilibrio organico.